MONASTERO DI SANTA MARIA DELLA VISITAZIONE O DELLE SALESIANE
Andrea Vici 1767-1771
Prima opera interamente attribuita all’architetto, l’edificio, composto di quattro piani e alte mura, si presenta imponente ed austero. All’atto della fondazione la nuova struttura impresse un cambiamento radicale al tessuto urbano della città. Oggi, insieme alla vicina rocca medievale, domina il centro del borgo collinare e le vallate circostanti offrendo una vista panoramica che giunge fino al mare.
Per l’architetto Andrea Vici si tratta del primo rilevante impegno nelle Marche dopo la permanenza a Roma nello studio di Luigi Vanvitelli. La nuova costruzione sarebbe sorta nella zona più alta e panoramica del paese, mantenendo tuttavia una posizione interna alla cinta muraria dell’epoca. Le monache di clausura dovevano condurre la propria esistenza al riparo dagli sguardi indiscreti e contemporaneamente dovevano poter disporre di un ampio orto privato. La soluzione rappresentò un cambiamento radicale della disposizione urbanistica di Offagna e le nuove mura del convento stabilirono un legame indissolubile con la fortezza esistente quasi prolungandola nel paesaggio collinare.
L’imponente struttura è composta da quatto piani: i sotterranei, scavati nel terreno, le cui finestre affiorano tre le arcate dei contrafforti, gli altri tre piani cadenzati da file di finestre in orizzontale e in verticale scandite verticalmente da quattro lesene giganti ben visibili da Via dell’Arengo. Il pianterreno ha la forma di un enorme quadrilatero al cui centro si apre un cortile che illumina uno stretto corridoio dove si allineano le stanze da lavoro, le cucine, il refettorio e la sagrestia. La severità della struttura, quasi militare, nelle intenzioni dell’architetto doveva rispondere a due esigenze: rappresentare la rigorosa dottrina monacale e raccordarsi all’austerità della fortezza adiacente.
Anche nell’interno il giovane architetto non indulge al decorativismo: coppie di lesene ornano i lunghi corridoi che contornano un cortile dalle nude pareti di cotto, mentre la volta a crociera della sala del Capitolo, segnata da un cornicione continuo, presenta un sobrio intreccio di costoloni coerente con l’essenziale articolazione delle pareti.
L’architetto Andrea Vici, con questa prima opera complessa, trae spunto dal Convento degli Olivetani (1740) di Perugia, opera del maestro Luigi Vanvitelli, per l’uso del paramento di cotto e per l’uso delle lesene nei corridoi, mentre guarda con attenzione al convento degli Agostiniani (1746) a Roma per l’uso equilibrato di lievi nervature che creano una sensazione piacevolmente fantasiosa.
Fotografie di Gaetano Apicella
Adattamento dal testo originale di Angela Montironi
Disegni da Archivio della Curia Vescovile, Osimo